di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

L’iniziativa del governo italiano per dar vita a nuovi rapporti tra i Paesi del Mediterraneo, con la conferenza internazionale di domenica sul tema dello sviluppo e delle migrazioni, oltre ad essere il punto di partenza di una strategia di cui l’Italia aveva da tempo bisogno per affrontare criticità sociali e legate alla sicurezza, potrebbe essere, se il “Processo di Roma” otterrà risultati concreti come auspichiamo, anche un volano di ripresa per l’economia ed il mondo del lavoro. Come giustamente detto dal Presidente del Consiglio, la situazione attuale, con un traffico illegale di esseri umani continuo e sbarchi incontrollati sia di profughi che di migranti economici, non giova a nessuno – se non agli stessi trafficanti – anzi crea gravi danni dal punto di vista umanitario, sociale, politico ed economico. Per gli Stati di approdo, come il nostro, come per quelli di partenza e di provenienza. Impostare nuove relazioni “da pari a pari” ed utilizzare appieno le possibilità che sarebbero offerte da una collaborazione leale e non predatoria tra Stati africani ed europei, comprendendo anche il Medio Oriente, garantirebbe, invece, un futuro diverso e migliore per tutti gli attori coinvolti. Le potenzialità sono infinite e l’Italia potrebbe beneficiarne in modo particolare, riconquistando quella centralità che le spetta, per il suo ruolo storico e per il suo posizionamento geografico. Diventando un centro di distribuzione di energia, tradizionale e da fonti rinnovabili, verso l’Europa. Dando vita a una vasta gamma di progetti concreti per lo sviluppo dei Paesi che si trovano sulle altre sponde del Mediterraneo, assumendo una nuova centralità economica ed anche culturale. Contribuendo al benessere dei Paesi di provenienza ed eliminando quindi lo stato di povertà che spinge i migranti economici a cercare fortuna in Europa, azzerando gli ingressi illegali, prevedendo quote stabilite di migrazione legale, sicura per chi arriva ed utile all’economia italiana, iniziando progetti di formazione. Dando avvio a prospettive per il nostro sistema produttivo ed occupazionale completamente diverse e ad una nuova pace sociale, interna ed internazionale. Sostanzialmente l’opposto di quanto accaduto negli anni recenti. Un progetto ardito, capace di scardinare equilibri dannosi e di generare un rinnovamento positivo, anche e soprattutto per l’approccio politico nuovo, con quella parità che non sarebbe solo un proclama, ma un vero e proprio cambiamento di paradigma, nella gestione delle risorse per lo sviluppo e nell’ottica della stabilità politica.

Incognita Spagna, ma il Sud d’Europa deve essere unito
Le elezioni di ieri nel Paese iberico hanno confermato la tendenza favorevole al partito popolare, ma con un risultato diverso rispetto alle aspettative, data la tenuta dei socialisti e l’arretramento di Vox, comunque terzo partito in Spagna. Difficile dire, con questa situazione di sostanziale “stallo” cosa accadrà nel prossimo futuro, con anche la possibilità che si arrivi a breve a nuove elezioni. Resta fondamentale, qualunque sarà il colore del nuovo governo, la collaborazione fra Italia e Spagna nell’ambito del Processo di Roma, dato che questo progetto politico si basa su proposte utili a tutta l’Europa del Sud.