Le entrate, nonostante l’impatto dei crediti inesigibili, aumentano di più delle uscite

Il 27 giugno scorso si è riunito il Consiglio d’indirizzo e vigilanza dell’Inps presieduto da Roberto Ghiselli e con la partecipazione, per la prima volta dopo il suo insediamento, del Commissario dell’Istituto Micaela Gelera, per procedere all’approvazione del rendiconto generale relativo al 2022. Il bilancio relativo alla previdenza indica un’entrata di 256 miliardi per la contribuzione (aumentata dell’8,1% rispetto all’anno precedente) e le uscite per le pensioni in 283 miliardi, con un aumento del 3,83% rispetto all’anno precedente: aumento che comprende anche la rivalutazione annuale. Come si nota, quindi, il rapporto entrate/uscite della previdenza determina un deficit di 27 miliardi. Il saldo di competenza dell’anno 2022 dell’Inps, tutto compreso, è di 24 miliardi di avanzo mentre quello di cassa relativo alle entrate e uscite effettivamente registrate è di 7,1 miliardi. La differenza in meno si riferisce essenzialmente ai crediti contributivi che ammontano alla riguardevole cifra di 123 miliardi, di cui ben l’81% è considerato inesigibile: essi pesano in particolare sulla gestione previdenziale. Tra i commenti al rendiconto, vanno segnalati quelli che indicano nell’incremento del gettito contributivo la testimonianza del miglioramento dell’economia nazionale che lo scorso anno ha fatto registrare una crescita in termini reali del 3,7% del PIL con un parallelo incremento del 3,5% dell’occupazione. Tuttavia, continua a crescere nell’Inps l’incidenza della spesa per le prestazioni sociali, a carico della fiscalità generale, che appesantisce la gestione dell’Istituto e che pone ancora una volta il tema della separazione tra assistenza e previdenza. Su questo punto specifico, è previsto un confronto fra ministero del lavoro e pari sociali. Da segnalare inoltre che le varie casse previdenziali hanno saldi tra loro dissimili: mentre quello dei lavoratori dipendenti privati è ancora in leggero attivo, quello dei pubblici dipendenti (già un tempo gestiti dall’Inpdap) presenta un forte passivo.