«Quelli che criticano la riforma dimostrano di non aver letto né la Carta né la nostra proposta»

La riforma dell’autonomia non è incostituzionale: è presente nella Carta». Lo ha detto il ministro per le Autonomie, Roberto Calderoli, intervenendo questa mattina al Consiglio regionale della Lombardia. «Io non credo che il capo dello Stato Sergio Mattarella avrebbe mai autorizzato la presentazione di un disegno di legge alle Camere che fosse incostituzionale», ha aggiunto. La riforma dell’autonomia, tra i punti più ambiziosi del programma di governo, sta incontrando delle resistenze. Specialmente da parte dei partiti di opposizione. E in particolare del Pd: «È un progetto che vuole dividere ulteriormente il Paese, aumentandone le diseguaglianze. Noi non lo possiamo accettare, perché crediamo che non ci sia riscatto per l’Italia senza il riscatto del Sud», ha detto la scorsa settimana la segretaria del Partito democratico, Elly Schlein, intervenendo alla Fondazione Foqus nei Quartieri Spagnoli di Napoli. Un’opposizione che qualche settimana fa il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, aveva definito «ideologica» e che invece, secondo Calderoli, è dovuta ad altro: «Quelli che criticano la riforma dimostrano di non aver letto né la Carta né la nostra proposta». Che, comunque, non è definitiva, ha assicurato il ministro: il testo infatti «è assolutamente migliorabile, però qualcuno per la prima volta si è preso la briga di affrontare questo problema». Che richiederà un po’ di tempo per essere risolto. L’iter infatti si preannuncia lungo e tortuoso. Del resto, l’obiettivo è ambizioso: con l’autonomia differenziata – ad inizio maggio la Commissione affari costituzionali del Senato ha iniziato l’esame del disegno di legge approvato definitivamente dal Consiglio dei ministri il 15 marzo –, si punta a riconoscere alle Regioni una maggiore autonomia. Fondamentale in questo senso la definizione e il finanziamento dei Lep, i livelli essenziali di prestazione che devono essere garantiti in modo uniforme in tutto il Paese e che dovranno essere individuati e poi definiti da un Comitato istituito ad hoc. I lavori del Comitato dovrebbero finire entro ottobre. Si passerà poi ad un iter che coinvolgerà a più riprese il governo, il Parlamento e le Regioni.