Kiev: «Danneggiate infrastrutture del porto»

La risposta russa all’attacco al ponte di Crimea da parte delle forze ucraine non è tardata ad arrivare. Nella notte, infatti, si sono registrati raid (ed esplosioni) nelle città ucraine meridionali di Odessa e Mykolaiv. In particolare alcune infrastrutture del porto di Odessa sono state danneggiate durante l’attacco, come ha reso noto il Comando operativo Sud ucraino in un comunicato. «L’attacco notturno della Russia a Odessa e Mykolaiv prova che lo Stato terrorista russo vuole mettere in pericolo la vita di 400 milioni di persone in vari paesi che dipendono dalle esportazioni alimentari ucraine», ha invece commentato su Telegram il capo dell’ufficio presidenziale ucraino, Andry Yermak. In qualche misura da Mosca, tramite il ministero della Difesa russo, è arrivata l’ammissione di come l’attacco su Odessa e Mykolaiv sia una «rappresaglia contro le strutture ucraine dove si stavano preparando attacchi terroristici usando droni marini». Ma la questione relativa all’esportazione di grano e all’accordo che ieri la Russia ha dichiarato di non voler, al momento, prorogare, resta centrale. Il Cremlino ha già accusato l’Ucraina di utilizzare il corridoio del grano del Mar Nero per «scopi di combattimento», mentre – secondo la versione fornita dal portavoce Dmitri Peskov – la prosecuzione delle esportazioni di grano ucraino, come proposto da Kiev, comporterebbe «alcuni rischi per la sicurezza». Inoltre Peskov ha smentito il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, ieri parso tutto sommato ottimista sull’argomento: ad ora Putin ha non ha intenzione di parlare con lui dell’accordo. Oggi il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, ha riunito lo stato maggiore con al centro del vertice «l’esportazione di grano via mare e la sicurezza dei porti».