Politica monetaria, mercati in cerca di segnali

La metafora, per gli addetti ai lavori, è quella della rondine che non fa primavera. Il dato sull’inflazione, diffuso oggi dall’Istat, non basterà a innescare un allentamento delle politiche della Bce, nonostante l’inflazione sia in netta frenata nel mese di giugno. L’aumento dei prezzi, a livello annuo, è sceso al 6,4% dal 7,6% di maggio. «Una netta decelerazione», influenzata dal ridimensionamento dalla dinamica dei prezzi dei beni energetici. Rispetto a un mese fa, l’inflazione è nulla e non succedeva da maggio 2021. Ma per le associazioni dei consumatori la frenata non basta. Anche dal punto di vista degli “speculatori”, cioè dei mercati, si va alla ricerca di segnali tra le dichiarazioni di alcuni autorevoli esponenti della Bce per capire il futuro della politica monetaria. Come fossero degli aruspici. La presidente Christine Lagarde e il capo economista Philip Lane sono oggi alla IX conferenza dell’Eutorower sui Paesi Ceese e si sperava, dai loro interventi, di capire qualcosa. «La guerra della Russia contro l’Ucraina ha scatenato un massiccio shock all’economia globale, specialmente ai mercati energetici e alimentari. Le economie dei Paesi dell’Europa centrale, orientale e Sud-orientale (Cesee), sono stati particolarmente esposti», con picchi di inflazione al 13%. Ora «le tensioni geopolitiche rischiano di accelerare il secondo cambiamento del panorama globale: indebolire il commercio globale», una dinamica verso cui «l’Europa è vulnerabile», ha detto la presidente della Bce. Le sue parole, tuttavia, non hanno generato per il momento riverberi sui listini di borsa europei, che si confermano poco mossi e intorno alla parità. Staremo a vedere.