Un viaggio a tre. Direzione: Tunisi. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, il suo omologo olandese, Mark Rutte, e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, sono attesi domenica nella capitale della Tunisia, da dove parte una grossa porzione dei migranti che poi raggiungono le coste europee lungo le rotte del Mediterraneo (un viaggio che alcuni non riescono a portare a termine, perdendo la vita, inclusi molti bambini: si veda la pagina di Società). Saranno proprio i flussi migratori illegali al centro dell’incontro con il presidente tunisino, Kais Saied nel pomeriggio (al termine del vertice, prevista anche una conferenza stampa). «Erano già stati a Tunisi l’11 giugno scorso per un pacchetto complessivo di partnership con le autorità tunisine e ora vi fanno ritorno per portare avanti quel lavoro», ha ricordato la portavoce della Commissione Ue, Dana Spinant, annunciando un viaggio che si inserisce in una strategia più ampia e che punta a contrastare l’immigrazione illegale. Nel frattempo prosegue l’iter della riforma della Giustizia, che ha causato qualche malumore tra i giudici. Ieri è stata al centro di un incontro tra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che presiede anche il Consiglio superiore della magistratura e per questo segue da vicino e con attenzione il dossier, e Meloni, a margine del Consiglio supremo di Difesa. Il testo è in attesa del via libera del capo dello Stato per l’approdo in Parlamento. A Camera e Senato spetterà poi il compito di sciogliere i nodi per arrivare all’approvazione del testo. Al Quirinale, invece, il compito di promulgare la riforma. Indiscrezioni riportate dalla stampa, che citano fonti interne alla maggioranza, hanno assicurato che Mattarella firmerà la riforma per consentirle l’approdo alle Camere. Secondo alcuni rumors, incontrando il presidente del Consiglio, Mattarella avrebbe verificato l’eventuale disponibilità ad un confronto con le toghe su alcuni punti del disegno di legge.