La novità potrebbe riguardare tutti coloro che oggi hanno meno di 40 anni di età

Alla vigilia dell’incontro fra i tecnici del ministero del lavoro e delle politiche sociali e quelli di Cgil, Cisl, Uil, Ugl e delle altre sigle, comprese quelle datoriali, arrivano alcune indiscrezioni su come potrebbe muoversi il governo in merito alla pensione dei giovani. Secondo quanto riportato dal Corriere della sera, l’ipotesi allo studio dovrebbe essere quella di una sorta di pensione contributiva di garanzia, costruita sul modello della cosiddetta integrazione al minimo, oggi prevista per le pensioni retributive o in regime misto. Un principio che, peraltro, è stato utilizzato anche per la pensione di cittadinanza, con la quota aggiuntiva spesso nell’ordine di circa 100 euro. La pensione di garanzia per i giovani riguarderebbe coloro che, al momento, hanno meno di quarant’anni, vale a dire i nati dopo il 1983. Non si tratta di una data scelta a caso, in quanto va a intercettare coloro che nel 2003, anno di entrata in vigore della Legge Biagi, erano appena entrati o stavano per entrare nel mondo del lavoro. Occorre, però, evidenziare come la maggiore flessibilità nei contratti di lavoro può essere datata al 1997, con il cosiddetto pacchetto Treu, che introduce il lavoro interinale. La definizione della soglia anagrafica è strettamente connessa alle risorse effettivamente disponibili, anche se è difficile che già domani potranno emergere indicazioni molto più chiare sul punto.