Kiev: «Non si può parlare di eliminazione dei rischi»

La situazione a Zaporizhzhia e le munizioni a grappolo, che anche l’Ucraina potrebbe decidere di usare dopo le rivelazioni riguardo la possibilità di una fornitura da parte degli Stati Uniti (che il Washington Post dà per certa), sono i temi del giorno dal teatro di guerra in Ucraina. Quanto al pericolo nucleare, l’American Nuclear Society (Ans), associazione indipendente di esperti in materia citata su Telegram da Energoatom (la compagnia nucleare ucraina), ritiene che non vi siano rischi di fughe radioattive che possano provocare conseguenze disastrose per la popolazione che vive nei pressi della centrale. «Ora, grazie ad alcune azioni, la minaccia di un disastro causato dall’uomo nella centrale nucleare di Zaporizhzhia sta diminuendo, aveva già osservato il capo dell’intelligence della Difesa ucraina Kyrylo Budanov, come riportato da Ukrainska Pravda. Anche se, ha precisato, «non si può parlare di eliminazione dei rischi, poiché gli occupanti russi continuano a controllare l’impianto». Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha invece ricordato che «l’Aiea ha detto di non aver individuato mine nella centrale, ma allo stesso tempo ha chiesto un maggiore accesso all’impianto. Chiediamo alla Russia di ritirare le sue forze dalla centrale». Sulla possibilità di usare munizioni a grappolo, ancora Stoltenberg, ha spiegato che «la Nato non ha una posizione su questo» e che «spetterà ai governi decidere, non alla Nato». Da parte sua la Germania ha però confermato non invierà armi di questo tipo a Kiev, avendo firmato la convenzione Onu che le vieta. Il ministro tedesco della Difesa, Boris Pistorius, lo ha dichiarato dopo un incontro con i colleghi di Austria e Svizzera a Berna. Riguardo le decisioni dei paesi che non hanno firmato la convenzione (tra i quali Cina, Russia, Ucraina e Stati Uniti) ha perciò aggiunto: «Non spetta a me commentare le loro azioni».