Due le prove previste per quattro categorie di candidati; favoriti i precari

La scuola prova a fronteggiare la carenza di organici, più volte evidenziata dalle federazioni di categoria di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, intervenendo sui concorsi pubblici per la selezione dei docenti. Al ministero dell’istruzione e del merito, sono infatti pronti due decreti ministeriali per regolamentare le prove semplificate di selezione, tenendo conto di quanto previsto nel decreto-legge 75/2023, oggetto di una recente audizione parlamentare da parte delle quattro sigle sindacali. L’indicazione che arriva è quella di una doppia prova, la prima delle quali con un quiz a crocette da svolgere al pc sugli aspetti pedagogici. I minuti a disposizione saranno cento, mentre i quesiti cinquanta. A seguire, la seconda prova, che è orale, pe la valutazione del possesso delle conoscenze disciplinari nelle materie da insegnare. La durata massima è compresa fra 30 e 45 minuti. I concorsi sono aperti a quattro categorie di candidati: gli abilitati; i laureati o gli aventi il titolo di accesso nella classe di concorso (fino al 31 dicembre 2024) con almeno 24 crediti formativi (entro il 31 ottobre 2022); i laureati o gli aventi il titolo di accesso nella classe di concorso (fino al 31 dicembre 2024) con almeno 30 crediti formativi (entro il 31 dicembre 2024); i precari con almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque, con ogni anno che pesa 2,5 punti in più. Per i posti di sostegno, serve la specializzazione.