Ma il Cremlino: «Non seguiamo i suoi movimenti»

«Prigozhin si trova a San Pietroburgo. Non si trova sul territorio bielorusso». A precisarlo è stato oggi il presidente bielorusso Alexander Lukashenko, durante un incontro a Minsk con la stampa estera e locale. Tuttavia, al riguardo, il Cremlino, tramite il portavoce Dmitri Peskov, ha successivamente tagliato corto: «Non abbiamo né la possibilità, né la voglia di seguire i movimenti di Prigozhin». Le armi tattiche nucleari russe saranno dispiegate in Bielorussia entro la fine dell’anno, ha riferito Lukashenko, ma ad ora lo snodo fondamentale è che Russia e Ucraina negozino la pace «senza precondizioni»: «Dobbiamo fermarci ora. Abbiamo già fatto molte cose cattive, ma potrebbe andare peggio. Pertanto dobbiamo fermarci ora, sederci al tavolo dei negoziati senza precondizioni. Dobbiamo decidere tutto al tavolo dei negoziati». Poi un attacco all’Europa, che a detta di Lukashenko «non c’è», in quanto «è completamente sotto i piedi degli Stati Uniti e tutto ciò che è dettato da Washington è accettato dagli europei. Anche, a volte sorprendentemente, a scapito di se stessi». Sulla guerra Lukashenko ha osservato che «Zelensky ha finalmente capito che non vincerà» e che «questo contrattacco non porterà a nulla se non alla morte di migliaia e migliaia di persone». Motivo per cui il presidente ucraino, sempre secondo Lukashenko, ha iniziato a «sollevare le sue rivendicazioni contro coloro che hanno spinto l’Ucraina in questa guerra», rivendicazioni che si mostrano sotto forma di denaro e nuove armi. Il livello dello scontro potrebbe aumentare, ha sostenuto infine Lukashenko, perché Kiev dispone ancora di notevoli riserve strategiche. «Entro l’11 luglio dovrebbero dimostrare qualcosa», ha affermato il presidente bielorusso. Il riferimento è al vertice Nato che si terrà a Vilnius l’11 e il 12 luglio.