Il ministro dell’Interno ha visitato Lampedusa insieme alla commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson, che ha ribadito che «nessuno Stato membro deve essere lasciato da solo»

«Non ci sono soluzioni miracolose per risolvere il fenomeno delle migrazioni, ma stiamo costruendo qualcosa che possa consentire una gestione più ordinata del fenomeno che mette insieme aspetti umanitari ma anche di sicurezza». Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, che oggi, insieme alla commissaria europea per gli Affari interni, Ylva Johansson, ha visitato l’hotspot di contrada Imbriacola – presente anche il commissario straordinario per l’emergenza immigrazione clandestina, il prefetto Valerio Valenti –, a dimostrazione che il dossier migranti rimane un tema centrale nell’agenda europea, nonostante qualche piccolo inciampo lungo il percorso che porterà al nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo (si veda il mancato accordo al Consiglio europeo della scorsa settimana, con Ungheria e Polonia che hanno deciso di non sottoscrivere le conclusioni finali). «Rimaniamo convinti della necessità di combattere senza alcun condizionamento i traffici internazionali di esseri umani. Questo non si vedrà qui, o non si vedrà solo qui. Ma sarà sempre al primo posto e so che è anche un obiettivo della commissione europea e dell’Unione Europea che vuole condividere con l’Italia», ha ribadito il titolare del Viminale, assicurando che «l’hotspot di Lampedusa continuerà ad esistere con la stessa vocazione attuale, ossia quella di base di transito». Dall’insediamento a palazzo Chigi in poi, il governo ha lavorato sodo per spingere l’Unione europea a riconoscere una maggiore solidarietà ai Paesi che rappresentano la meta preferita dei migranti provenienti dal nord Africa, tra cui l’Italia. Missione riuscita. A Bruxelles, infatti, hanno dimostrato (non soltanto a parole: si veda il nuovo Patto per le migrazioni e l’asilo che soddisfa molte delle richieste italiane) di aver accolto la richiesta dell’Italia: «Uniti, noi siamo molto, molto, più forti, nessuno Stato membro deve essere lasciato da solo», ha infatti ammesso Johansson, intervenendo nel corso della conferenza stampa. «E il nostro mandato, raggiunto poche settimane fa, è un importante passo in avanti. Si tratta di una legislazione solida che ci dà una base solida per andare avanti su questo fronte», ha aggiunto.