Giù la pressione fiscale, sale al 12,1% il deficit

Nel primo trimestre del 2023 l’Istituto nazionale di statistica ha registrato una crescita del potere d’acquisto delle famiglie del 3,1% rispetto al mese precedente, grazie soprattutto al rallentamento osservato per la crescita dei prezzi. Ad aumentare, del 3,2%, è anche il reddito disponibile delle famiglie consumatrici, mentre la spesa per i consumi finali è crescita dello 0,6% rispetto all’ultimo trimestre del 2022. Anche se ancora in calo in termini tendenziali, a livello trimestrale è aumentata anche la propensione al risparmio, salita al 7,6% dal 5,3% del periodo precedente. Per quanto riguarda invece il conto delle Amministrazioni Pubbliche, l’Istata segnala un peggioramento dell’indebitamento netto in rapporto al Prodotto Interno Lordo, al -12,1% dal -11,3%. Questo risultato, spiega l’Istituto nel commento ai dati, è legato alla «la minore incidenza delle entrate, riflesso in una riduzione della pressione fiscale», scesa infatti dello 0,9% rispetto al trimestre precedente. In peggioramento anche il saldo primario delle Amministrazioni Pubbliche, da -7,6% del primo trimestre del 2022 al -8,8% dello stesso periodo di quest’anno, e il saldo corrente, la cui incidenza sul PIL è scesa al -6% dal -5,9% di un anno prima. Sul fronte delle società non finanziarie, l’Istat segnala un calo della quota di profitto, al 43,7%, (-0,9% su base trimestrale). In diminuzione anche il tasso di investimento, che nel periodo interessato dall’indagine si è attestato al 24%, tre decimi di punto in meno sul trimestre precedente.