«Vi assicuro che i fondi li metteremo a terra costi quel che costi»

Sul Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, «non è in gioco il governo ma la modernizzazione dell’Italia e la sua credibilità a livello internazionale. C’è chi tifa perché si fallisca come se non fosse interesse» nazionale. E ancora: «Vi assicuro che i fondi li metteremo a terra costi quel che costi, modificheremo le parti che non vanno bene, privilegeremo il profilo strategico negli investimenti». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, all’assemblea di Assolombarda, ad un paio di giorni di distanza dall’annuncio del ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, che ha promesso «un’operazione di realismo» al Festival del Lavoro: «Nei prossimi giorni sulle proposte di modifica del Pnrr e sulla programmazione 21-27 della coesione, il governo porterà all’attenzione del sistema Paese obiettivi chiari e un percorso che punterà alla soluzione di problemi annosi su cui è necessario invertire la tendenza. Questa operazione che è realismo e responsabilità bisogna avere il coraggio dirla».
In un’intervista al Corriere della Sera, il presidente del Consiglio ha invece commentato l’esito del Consiglio europeo, della scorsa settimana, che si è concluso senza un accordo tra i 27 Paese dell’Unione europea sul Patto per le migrazioni e l’asilo (determinante l’opposizione di Polonia e Ungheria che hanno deciso di non approvare le conclusioni finali). Quello del premier è un bilancio positivo: sui migranti l’Ue ha fatto un «totale cambio di passo: investire sulla stabilità del Nord Africa e prevenire le partenze è un primario interesse italiano e finalmente una priorità europea». Si tratta di «un indiscutibile successo italiano», ha osservato Meloni. Che, però, non nasconde i problemi rimasti irrisolti: «Sulla dimensione esterna siamo tutti d’accordo. Sulla dimensione interna, no. Ma è normale, perché su un tema così divisivo è difficile trovare regole che vadano bene per tutti. Mi auguro che ci siano margini per avvicinare le posizioni», ha detto il premier, al quale il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, aveva chiesto durante il vertice di trovare una mediazione con il premier polacco, Mateus Morawiecki, e il suo omologo ungherese, Viktor Orban.