Il Consiglio europeo si è concluso senza un accordo sul Patto per le migrazioni e l’asilo, il premier ha però espresso soddisfazione per il fondo da 15 miliardi di euro e per il consenso raccolto dalle politiche italiane sui flussi migratori

«Sono soddisfatta del lavoro fatto». Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, intervenendo in un punto stampa, al termine del Consiglio europeo, che s’è concluso senza un accordo tra i 27 Paesi dell’Unione europea sul Patto per le migrazioni e l’asilo. Determinante l’opposizione di Ungheria e Polonia che hanno deciso di non approvare le conclusioni finali. Questa scelta non ha deluso Meloni, che a margine del Consiglio ha avuto un colloquio con il premier polacco, Mateusz Morawiecki, e quello ungherese, Vitkor Orban, un tentativo di mediazione su mandato del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel: «Non sono delusa mai da chi difende i propri interessi nazionali», ha detto il premier che continuerà a lavorare per mediare un accordo. «La loro posizione non riguarda la dimensione esterna che è la priorità italiana ed è l’unico modo per affrontare la migrazione mettendo d’accordo tutti», ha osservato il premier. Che ha rivendicato i risultati ottenuti dal nostro Paese, «protagonista in questo Consiglio europeo», – Meloni si è detta soddisfatta per il fondo da 15 miliardi di euro stanziati per i migranti – e dalla nuova linea politica adottata per affrontare il problema dei flussi migratori, che punta anche su una maggiore collaborazione con i Paesi di partenza: «Abbiamo ottenuto consenso su come stiamo affrontando il tema della Tunisia», nelle conclusioni, c’è scritto che «quello che stiamo facendo può essere un modello». Con i cronisti presenti, Meloni ha poi affrontato anche altri due temi, particolarmente attuali: il Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, e la ratifica da parte del Parlamento italiano del Mes, il Meccanismo europeo di Stabilità (a proposito: oggi è approdato in Aula alla Camera il ddl per la ratifica, ma i gruppi di maggioranza hanno presentato la sospensiva per non procedere all’esame del ddl per un periodo di quattro mesi). «Non si aggrava la situazione sulla terza rata del Pnrr», ha assicurato il premier. «Gli spoiler che cercano il minare il nostro lavoro non stanno centrando l’obiettivo. Sulla quarta il lavoro è in corso ed è lungo». Sul Mes, infine: si tratta di «un tema che non mi viene posto, forse non c’è la stessa attenzione che c’è nel dibattito italiano».