Nel Mezzogiorno due milioni in condizioni di grave deprivazione materiale

Rimangono piuttosto marcate le differenze tra Nord e Sud d’Italia, soprattutto in termini di povertà. Secondo l’ultimo Rapporto “Noi Italia” dell’Istat, infatti, se si considera come parametro la povertà relativa, è nel Mezzogiorno che si registra la più alta concentrazione, con un’incidenza pari al 20,8%, contro l’11,1% della media nazionale. Il tasso più alto è stato registrato in Puglia, con il 27,5%, seguita dalla Campania, con il 22,8%. Un dato allarmante è quello relativo alle persone che vivono in condizione di grave deprivazione materiale e sociale, che nel Mezzogiorno sono oltre due milioni, ovvero il 10% della popolazione totale del territorio, mentre nel Nord-Est tale quota scende all’1,9%. Altro divario che emerge dal Rapporto è quello sulla spesa media mensile. Secondo l’analisi, a livello nazionale tale importo è pari a 2.437 euro, in crescita del 4,7% rispetto all’anno precedente, ma la metà delle famiglie del Paese spende meno di 2.048 euro. Un risultato legato in larga parte anche al divario territoriale, basti pensare che nelle regioni del Nord, si spendono mediamente 689 euro in più, rispetto a quelle del Mezzogiorno. Differenze analoghe si registrano anche per il reddito familiare netto medio annuo, che in Italia è pari a 32.812 euro. Campania e Calabria, spiega infatti l’Istat, sono le regioni dove la diseguaglianza, misurata in termini di concentrazione del reddito, è più elevata, mentre al Nord prevale c’è più uniformità.