Permangono forti elementi di criticità che non si possono sottovalutare

Un calo che, però, non può assolutamente portare ad un rilassamento, perché, comunque sia, si è sempre davanti ad un fenomeno drammatico che impatta sulle famiglie e sul sistema produttivo. Nei primi cinque mesi dell’anno, l’Inail ha ricevuto poco meno di 246mila denunce di infortunio; nello stesso periodo dello scorso anno, erano state circa 324mila. In termini percentuali, la riduzione è di poco superiore al 24%. Occorre, però, evidenziare che le denunce sono in aumento rispetto al 2021 (+12,1%) e al 2020 (+18,5%), mentre sono in calo con riferimento al 2019 (-8,7%). Guardando ai settori produttivi, a fronte della sostanziale stabilità dell’agricoltura, si segnala una contrazione superiore alla media nell’industria e nei servizi. L’effetto Covid-19 è evidente nella sanità, dove la riduzione è del 75%. Guardando al territorio, il calo è superiore al 30% nelle Isole e al Sud (soprattutto Campania, Molise e Abruzzo), ma si ferma ad appena il 16% nel Nord-Est. La componente femminile si attesta poco più di 89mila casi denunciati, con una riduzione del 37,6%; anche la componente maschile segna un arretramento, ma decisamente meno consistente. Dinamiche differenziate pure con riferimento alla nazionalità. Se per i cittadini italiani, il calo è quantificabile in meno 27%, per quelli extracomunitari è di appena 4,5 punti percentuali. Incremento invece per i giovani con meno di 20 anni.