Tanti i temi affrontati. Sul Mes il presidente del Consiglio è stato chiaro: «Non reputo utile all’Italia alimentare una polemica interna»

Mes, Ucraina, inflazione. Sono alcuni dei temi affrontati dal presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nel corso dell’informativa alla Camera in vista del Consiglio europeo. «Non reputo utile all’Italia alimentare una polemica interna sul Mes», ha detto il premier, alimentando un dibattito in corso da diversi giorni sulla ratifica del Meccanismo europeo di stabilità, che ha spaccato il Parlamento: da una parte la maggioranza, da sempre non pienamente convinta dell’utilità dello strumento, dall’altra l’opposizione che ne chiede invece insistentemente la ratifica. «L’interesse dell’Italia è affrontare il negoziato sulla governance europea, dove si discuta nel complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale. Prima ancora di una questione di merito c’è una questione di metodo su come si faccia a difendere l’interesse nazionale», ha quindi aggiunto Meloni. Che, al Consiglio europeo, insieme agli altri leader affronterà altri temi di stringente attualità, a partire dalla guerra in Ucraina, scatenata dall’aggressione della Russia, alle prese anche con un’instabile situazione domestica, costantemente monitorata dai Paesi occidentali: «L’Italia ha seguito con grande attenzione gli sviluppi della crisi interna alla Federazione Russa. Mi limito a notare come questo episodio ha contribuito a far emergere le difficoltà del sistema di potere di Putin e a smontare la narrazione russa secondo cui in Ucraina sta andando tutto secondo i piani». Alla riunione, però, «centrale sarà il tema delle migrazioni», ha aggiunto il premier, esprimendo cordoglio «per la recente tragedia al largo delle coste greche». Fin dai primi giorni al governo, Meloni ha lavorato molto in sede europea per rivoluzionare l’approccio europeo al problema migratorio. Missione compiuta. «Finalmente è stato riconosciuto che la migrazione è una sfida europea e richiede risposte europee e si fa sempre più strada l’approccio che mira a superare la contrapposizione tra movimenti primari e secondari, Paesi di primo arrivo e di destinazione», ha osservato Meloni, aggiungendo che «si comincia a comprendere che se si vuole affrontare alla radice il problema della migrazione ci si deve porre il tema dello sviluppo dell’Africa. Una vasta regione che possiede risorse, a partire da quelle energetiche, cruciali per l’Europa, che tuttavia dovrebbero andare prima di tutto a beneficio dei popoli che ne sono detentori», perché «l’obiettivo è garantire prosperità, pace e amicizia durature con un modello di cooperazione che deve essere paritario, non predatorio».