Dubbi su video di Shoigu in visita alle truppe in Ucraina

Sono ancora molti gli interrogativi sulle sorti dei protagonisti, diretti e indiretti, dell’insurrezione della Wagner nella giornata di sabato scorso. Il gruppo stava procedendo verso Mosca, ma a 200 chilometri dalla capitale il leader Yevgeny Prigozhin ha ordinato lo stop. Dopo la mediazione di Alexander Lukashenko, Prigozhin sembrava destinato ad una sorta di esilio in Bielorussia, ma da sabato, di lui, si sono invece perse le tracce. Ad ogni modo, secondo alcuni media russi, il procedimento penale con l’accusa di ribellione armata a carico del leader della Wagner non sarebbe stato chiuso, dunque continua ad essere indagato dal dipartimento investigativo del Fsb. Dell’altro protagonista, stavolta indiretto, della vicenda, il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu – molto criticato da Prigozhin e del quale avrebbe voluto la sostituzione –, è comparso in queste ore un video di una sua visita alle truppe in Ucraina, anche se alcuni blogger e giornalisti, ad esempio Yaroslav Trofimov del Wall Street Journal, ritengono che sia antecedente ai fatti di sabato. Mentre il mondo si interroga, inoltre, sull’attuale posizione di Vladimir Putin – quanto accaduto lo rafforza o lo indebolisce? –, la Cina fa sapere che con la Russia mantiene una «stretta comunicazione a tutti i livelli». La portavoce del ministero cinese degli Esteri, Mao Ning, lo ha infatti ribadito in conferenza stampa, rispondendo a una domanda sulla ribellione del gruppo Wagner. Ad ogni modo l’opinione di Pechino è che gli eventi di sabato «sono un affare interno della Russia. In qualità di vicino amichevole e per promuovere un partenariato strategico globale per una nuova era – ha infine aggiunto la portavoce –, la Cina ritiene che la Russia possa mantenere la stabilità e raggiungere lo sviluppo».