Se anche Confindustria lancia l’allarme. Si continuano ad accumulare segnali di indebolimento, specie per l’industria e le costruzioni

Si continuano ad accumulare segnali di indebolimento, specie per l’industria e le costruzioni, sebbene il +0,6% del Pil italiano nel 1° trimestre frutti una crescita già acquisita di +0,9% nel 2023. È quanto rileva Confindustria nella Congiuntura flash di giugno. Tra fattori positivi, come quello del settore dei servizi che avanza, pur a ritmi più moderati, il prezzo del gas che resta basso, l’occupazione che continua ad aumentare (+0,2% in aprile), alimentando il reddito disponibile totale delle famiglie, ci sono anche fattori negativi, come l’inflazione lenta a scendere e i tassi in aumento frenano consumi e investimenti, mentre la fiacchezza nei mercati di sbocco ferma l’export italiano.
Bene il turismo in Italia che in aprile registra un +30,7% sul 2022, in termini di spesa dei viaggiatori stranieri, ed è ormai stabilmente sopra i livelli del 2019. Ma nei servizi in aggregato, a maggio la fiducia delle imprese ha subito un calo, così come il PMI (54,0 da 57,6), che indica comunque crescita. L’RTT index (CSC – TeamSystem) conferma per maggio una moderazione dell’espansione nei servizi. RTT che, invece, segnala un rimbalzo dopo il brutto dato di aprile. Le indagini Banca d’Italia del 1° trimestre mostrano un peggioramento: sono calate le attese delle imprese sulla spesa per investimenti nei prossimi 6 mesi (14,9 il saldo, da 20,0); le imprese chiedono meno credito per finanziare investimenti, più per le scorte e il capitale circolante. Inoltre, la produzione in Italia di beni strumentali ha subito un forte calo in aprile (-2,1%). L’export italiano di beni è diminuito in marzo e aprile (-2,3% e -1,7%, in valore), sia nei mercati UE che extra-UE; male gli intermedi.