Sempre secondo il Report on the professions and qualifications to be subject of modernization, circa due terzi dei lavoratori edili nell’Unione europea possiede un titolo di studio di livello medio-basso. Per rispondere alle sfide presentate dal Green Deal Europeo (GDE), circa 3-4 milioni di lavoratori edili impegnati in varie professioni (carpentieri, falegnami, muratori e tecnici) necessiteranno di una formazione in grado di adeguarne le competenze. Gettando uno sguardo alle previsioni occupazionali nell’arco del decennio 2020-2030, colpisce la crescita delle opportunità di lavoro nei settori collegati alla transizione energetica. A fronte di un calo dell’occupazione previsto nei settori interessati dallo sfruttamento dei combustibili fossili, è previsto un aumento nei settori collegati alla transizione ambientale e digitale. Si tratta di una crescita che riguarda tutti i segmenti occupazionali, al di là della qualifica. Nel settore delle costruzioni, si evidenzia comunque un deciso incremento delle occupazioni manuali qualificate. Tra i fattori determinanti la ricerca di profili più qualificati, figura la richiesta di una maggiore efficienza energetica e il ricorso a fonti di energia rinnovabili, nonché l’introduzione, nei processi di costruzione, di apparecchiature informatiche e automatizzate tipiche dell’industria 4.0. Inoltre, in funzione del progresso tecnico, è destinata ad aumentare la costruzione di grattacieli nell’Unione Europea entro il 2030, richiedendo competenze specifiche. Per l’Italia, sono stati individuati nove profili in crescita: l’esperto e il tecnico dell’efficienza idrica, l’ingegnere del trattamento dei rifiuti da costruzione e demolizione (CD), il responsabile della gestione dei rifiuti CD e l’addetto al riutilizzo e al riciclaggio dei rifiuti CD, l’addetto alla squadra di installazione di finestre, l’installatore di coibentazioni, il supervisore di installatori di pannelli e materiali isolanti e il gestore di energia, oltre a competenze trasversali su comunicazione e business.