La mancanza di personale nel settore delle costruzioni e il rischio di sfruttamento delle donne nel mondo del lavoro sono legati da un filo rosso che rimanda alla ridotta professionalizzazione delle persone, cosa che si riflette anche sull’effettivo rispetto dei diritti dei lavoratori

Il numero di Meta sabato di questa settimana, dedicato come di consueto alle attività di FondItalia, l’ente paritetico per la formazione continua, emanazione di Ugl e FederTerziario, oltre a fornire una serie di indicazioni utili alle imprese aderenti in vista del mese di agosto, analizza due questioni soltanto all’apparenza distanti fra loro. Il primo approfondimento è sul settore dell’edilizia. Le costruzioni, più di altri comparti produttivi, è investito direttamente dalla transizione ambientale e digitale. Sarebbero almeno una decina le professioni che mancano, tutte molto specializzate, senza le quali diventa complesso immaginare e progettare il cambiamento. Dalle grandi infrastrutture fino all’edilizia residenziale, le imprese sono alla ricerca di esperti nelle rinnovabili e nella gestione del ciclo dei rifiuti, aspetti che fino a qualche anno fa poteva sembrare marginali, ma che oggi sono destinati ad avere un peso sempre maggiore. in attesa che la scuola e l’università rivedano i rispettivi programmi didattici, diventa fondamentale il contributo che può arrivare da enti come FondItalia nell’ambito della formazione continua in favore del personale dipendente. L’altro approfondimento riguarda, invece, le difficili condizioni delle donne nel mondo del lavoro. La sottoccupazione sfocia, spesso e purtroppo, in vero e proprio sfruttamento da parte di datori di lavoro senza scrupoli. Fra le vittime, ritroviamo soprattutto cittadine straniere e con alle spalle un percorso di studi fragile. Come per l’altro caso, quindi, la partita si gioca principalmente sul versante della migliore qualificazione, in quanto è conoscendo che si trova un lavoro migliore e si tutelano i diritti.

di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale Ugl