L’analisi di S&P Global. L’indice PMI è sceso a 52,4 punti, contro i 54,5 previsti dagli analisti

A giugno la crescita dell’attività dei servizi nell’Eurozona ha registrato un brusco rallentamento, con l’indice PMI calcolato da S&P Global che si è portato dai 55,1 punti di maggio a 52,4 punti, mentre gli analisti avevano indicato un livello di 54,5 punti. «Riducendosi nettamente dal recente picco di aprile – si legge nell’analisi -, l’attività economica dei servizi ha indicato l’incremento più debole da gennaio registrando un crollo del flusso dei nuovi ordini che ha portato solo ad un modesto incremento della domanda, dato questo in contrasto con i forti rialzi avutisi nei tre mesi precedenti a giugno». Un risultato, quello del terziario, che si sommato a quello del settore manifatturiero ha comportato un forte rallentamento anche dell’indice composito. In particolare, la produzione industriale dell’area della moneta unica ha registrato una contrazione per il terzo mese consecutivo, riportando il calo più rapido dall’ottobre scorso. Un declino, spiega S&P Global, «causato dalla riduzione sempre più elevata dei nuovi ordini di beni, che hanno indicato il crollo più forte da ottobre». Ma a peggiorare non è solo la situazione corrente: anche le prospettive future hanno riportato un ridimensionamento, con l’ottimismo rispetto ai prossimi dodici mesi che ha registrato il calo più forte da settembre, toccando il livello più basso da inizio anno. «Le aspettative per l’anno a venire sono particolarmente diminuite nel manifatturiero – riporta la nota -, sceso a giugno ai minimi in sette mesi, ma anche nel terziario sono crollate ai minimi in sei mesi. Il livello generale di fiducia è calato nettamente al di sotto della media di lungo termine in entrambi i settori».