Non solo gap salariale; pesa anche tutta la questione delle molestie sul lavoro

La Banca d’Italia torna sulla questione del gap di genere nel mercato del lavoro italiano. Un tema di cui si parla da tempo, anche se, finora, con risultati inferiori alle attese. Secondo gli esperti della Banca d’Italia, le lavoratrici sono penalizzate per l’eccessivo ricorso al part time involontario. Il tempo parziale è fondamentale per favorire la migliore conciliazione fra i tempi di vita e di lavoro, purché il suo ricorso dipenda da una scelta volontaria della lavoratrice e non obbligato, come, viceversa, accade spesso. La carenza di asili nido è un elemento che ritarda il ritorno al lavoro dopo la maternità, come la difficoltà a trovare una collocazione adeguata per i familiari anziani non autosufficienti. Ecco quindi che la partecipazione al lavoro delle donne non cresce come dovrebbe, con il nostro Paese indietro di venti percentuali rispetto alla Germania e di oltre dieci punti con riferimento alla media nazionale. Tutto ciò si riflette sul reddito disponibile, con le donne molto distanti dagli uomini. Come se non bastasse, come peraltro è emerso anche ieri nel corso dell’incontro al ministero del lavoro fra la ministra Marina Calderone e i rappresentanti dei sindacali, vi è anche un’altra questione irrisolta. A parlarne è stata l’Ugl che ha evidenziato come, a tutt’oggi, i documenti di valutazione dei rischi non sono aggiornati con la previsione di strumenti di prevenzione delle molestie nei luoghi di lavoro.