«Ascoltiamo tutti, ma il governo propone e il Parlamento dispone. Questa è la democrazia e non sono ammesse interferenze»

«È patologico che in Italia molto spesso la politica abbia ceduto alle pressioni della magistratura sulla formazione delle leggi. Questo è inammissibile». Così il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, intervenendo a SkyTg24 nel giorno in cui la bozza del disegno di legge relativo al primo pacchetto di riforma della giustizia è stata esaminata dal pre Consiglio dei ministri. Ci sono diverse novità, alcune delle quali – l’abrogazione del reato d’abuso d’ufficio, in primis – hanno suscitato molte polemiche tra i magistrati. Prevista anche una stretta sulle intercettazioni. «Il magistrato non può criticare le leggi, come il politico le sentenze. Ascoltiamo tutti, ma il governo propone e il Parlamento dispone. Questa è la democrazia e non sono ammesse interferenze», ha osservato il ministro, esprimendo «rammarico» per il fatto che il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, non possa «assistere al primo passo verso una riforma radicale in senso garantista». Nordio ha difeso la decisione di abolire il reato d’ufficio, considerata necessaria a causa dello squilibrio tra le iscrizioni nel registro degli indagati e le effettive condanne: «Il reato di abuso d’ufficio è stato modificato varie volte per circoscriverne i limiti, ma sono continuate iscrizioni nel registro degli indagati e informazioni di garanzia che costituivano il vero motivo della paura della firma per cui sindaci e amministratori non firmavano nulla e questo è un grande danno economico che si riversa sui cittadini».