Prosegue il dibattito con la commissione Ue sulle modifiche da apportare al Piano

Continua l’interlocuzione fra il governo e la commissione europea per le eventuali modifiche da apportare al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Come noto, è da qualche mese che il ministro Raffaele Fitto sta dibattendo con i suoi interlocutori europei alla ricerca di un punto di contatto fra gli obiettivi indicati nelle sei Missioni del Pnrr e le mutate condizioni generali dell’economia. L’impennata dell’inflazione, che ha coinvolto le materie prime e l’energia, sta facendo saltare tutte le previsioni contenute nei progetti già approvati, compresi quelli del sociale. In aggiunta, vi è poi l’altra questione delle scadenze: al momento, è previsto che i tutti i progetti si concludano nei primi mesi del 2026, un tempo molto stretto. Intanto, proprio in questi giorni, è stato fatto un focus sull’andamento della spesa legata al fondo di Coesione, il quale guarda, in particolare, al Mezzogiorno. Dal 2000, sono stati messi in campo 90 miliardi di euro, con risultati, però, molto deludenti sul versante del prodotto interno lordo pro-capite e dell’occupazione. Puglia, Campania, ma anche Calabria e Sicilia hanno perso delle posizioni importanti, trovandosi ora in coda alla classifica europea calcolata proprio sulla base del Pil per abitante. I rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, presenti in vari organismi di indirizzo, hanno più volte espresso la loro preoccupazione sul tema.