Nella notte un attacco missilistico russo ha colpito Kryvyi Ri, città natale del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Secondo il bilancio, non ancora definitivo, almeno 10 persone sono morte nel raid che ha centrato un edificio residenziale. Oltre venti i feriti. «Gli assassini russi continuano la loro guerra contro edifici residenziali, città ordinarie e persone», ha commentato su Telegram Zelensky. La difesa anti-aerea ucraina ha evitato conseguenze peggiori, intercettando, secondo quanto riferito dalle autorità ucraine, dieci dei quattordici missili lanciati dai russi. Che adesso sono anche impegnati a respingere la controffensiva lanciata da Kiev in diversi punti del fronte. Risulta al momento impossibile per gli osservatori fare un bilancio delle prime operazioni. Attraverso il vice ministro della Difesa, l’Ucraina ha rivendicato la liberazione di circa 90 chilometri quadrati di territorio, inclusi diversi villaggi e centri abitati. Progressi significativi sarebbero stati fatti anche a Bakhmut. Probabilmente la controffensiva non è ancora entrata nel vivo – Kiev sta impiegando solo una piccola porzione delle truppe addestrate per questo scopo –, ma di sicuro i partner occidentali stanno riponendo molte speranze. «Il successo dell’Ucraina nella controffensiva farebbe due cose: rafforzerebbe la sua posizione negoziale e potrebbe indurre Putin a concentrarsi finalmente sui negoziati», ha detto il segretario di Stato Usa, Anthony Blinken, incontrando ieri il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a Washington. «In questo senso, può effettivamente avvicinare la pace, non allontanarla ulteriormente», ha concluso Blinken.