di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

La notizia della scomparsa di Silvio Berlusconi ci lascia sgomenti e rattrista profondamente la comunità dell’Ugl e per questo il sindacato non può che esprimere il proprio sentito cordoglio ai suoi cari ed a tutti coloro che si riconoscono nel centrodestra, che perdono un punto di riferimento importante. Resta il ricordo di una figura eccezionale ed indubbiamente carismatica. Impossibile riassumere in poche righe la vita di Silvio Berlusconi, un imprenditore fra i più importanti nel nostro Paese, l’antesignano di un modo nuovo di fare comunicazione ed il primo creatore della televisione privata, un protagonista anche nel mondo dello sport con il suo Milan. Ma ciò che più ha caratterizzato la sua vicenda pubblica è stato il suo ruolo politico. Berlusconi, negli anni ‘90, con la sua discesa in campo in politica, per non vivere in un Paese “illiberale, governato da forze immature e da uomini legati a doppio filo a un passato politicamente ed economicamente fallimentare”, per usare le parole di un suo celebre discorso, ha cambiato un racconto che sembrava già scritto, con la fine della Prima Repubblica ed una sinistra che, nei propri piani, si preparava ad egemonizzare, sulle ceneri di tangentopoli e dopo la fine dell’Urss, la scena politica nazionale. Dando voce e rappresentanza a quella maggioranza reale – presente ora come allora nella società italiana – che non voleva rassegnarsi a questo destino, avendo altri valori, altri principi, un’altra visione del mondo, una ricetta propria per l’economia, la società, la politica interna ed internazionale da offrire al nostro Paese. Silvio Berlusconi, creando Forza Italia e poi riunendo le altre forze liberali, conservatrici ed identitarie in una solida alleanza, ha avuto l’intuizione ed il coraggio di dar vita al centrodestra e renderlo attore fondamentale della vita politica italiana. Un progetto vincente di cui vediamo i frutti ancora oggi, con un governo retto dalla stessa coalizione, cambiati i tempi ed i protagonisti, da lui realizzata trent’anni fa. Un’intuizione che non gli è stata mai perdonata dai suoi avversari, che lo hanno reso oggetto di una vera e propria demonizzazione, a danno non solo suo personale o della sua parte politica, ma anche del nostro Paese negli anni nei quali lo rappresentava in veste di quattro volte Presidente del Consiglio. Una demonizzazione iniziata a scemare solo negli ultimissimi tempi, forse nella speranza, fallimentare, di creare una breccia nel centrodestra. L’Italia oggi perde una grande personalità, certamente, però, anche in futuro il nostro Paese potrà beneficiare del suo lascito, del segno indelebile lasciato nella politica italiana, di cui forse si riuscirà a comprendere appieno la reale portata solo fra qualche tempo, quando le vicende di questi anni e decenni saranno ormai storicizzate.