di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Il tema della revisione della Parte II della Costituzione è parte integrante dell’agenda politica, per assicurare una migliore efficienza dell’azione di governo e per rafforzare il legame tra cittadini e istituzioni, che negli anni recenti si era un po’ sfilacciato causa una troppo marcata distanza tra volontà popolare e rappresentanza. Un tema condiviso dall’Ugl, come abbiamo dichiarato al ministro Casellati oggi, nel corso dell’audizione con i sindacati, ma che, data la sua delicatezza, deve essere accompagnato da una attenta valutazione e dalla massima condivisione possibile, dato che trascende la stretta congiuntura politica e riguarda il futuro della nostra Repubblica. Bisogna, in sintesi, evitare quanto accaduto con la riforma del Titolo V del 2001, quando una mancata partecipazione politica e sociale generò criticità nella stesura delle norme, di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze negative. Detto questo, il progetto di un rafforzamento dei poteri del Presidente del Consiglio è sostenuto ed appoggiato dalla nostra sigla, che lo ritiene maggiormente attuabile e più facilmente appoggiato da una larga parte delle forze politiche e sociali rispetto al presidenzialismo puro, che pure l’Ugl in passato aveva considerato positivamente. Piuttosto che importare formule dall’estero, dal nostro punto di vista una buona soluzione si potrebbe trovare seguendo un modello già adottato nel nostro Paese, quello per l’elezione dei Presidenti delle Regioni, per rendere possibile una designazione diretta del Premier da parte del corpo elettorale, con quindi una riscrittura dell’articolo 92 della Costituzione, rafforzando il legame tra istituzioni e cittadini e migliorando la governabilità e la stabilità politica del Paese, mantenendo, però, il ruolo super partes del Presidente della Repubblica. Una simile riforma certamente andrebbe accompagnata da altri importanti aggiustamenti: l’introduzione della prerogativa per il Presidente del Consiglio di disporre la revoca del mandato conferito ad uno o più ministri o altri componenti del Governo; la formulazione di una diversa e più adeguata legge elettorale, che assicuri la possibilità di esprimere una o più preferenze; il superamento del bicameralismo perfetto, che non potrebbe convivere agilmente col premierato, impostando al suo posto un Legislativo nel quale alla Camera dei Deputati, luogo di rappresentanza politica, si affianchi un Senato trasformato in luogo di rappresentanza del territorio e delle categorie produttive. Siamo pronti a sostenere una riorganizzazione istituzionale impostata in questo senso, che garantirebbe, a nostro avviso, una migliore efficienza e stabilità nell’azione del potere esecutivo senza stravolgere completamente l’impianto istituzionale e che potrebbe avvalersi di un ampio sostegno politico e sociale, cosa essenziale per riforme che riguardano tutti noi.