«Noi le porte le abbiamo non solo aperte ma anche spalancate, se le opposizioni tireranno su dei muri pregiudiziali vorrà dire che avranno scelto loro la strada che noi dobbiamo intraprendere»

Sulle riforme costituzionali, il governo è disposto anche a fare tutto da solo, senza coinvolgere le forze d’opposizione. Così la ministra per le Riforme istituzionali, Maria Elisabetta Alberti Casellati, intervenendo ad Agorà, la trasmissione in onda su RaiTre. «Noi le porte le abbiamo non solo aperte ma anche spalancate, se le opposizioni tireranno su dei muri pregiudiziali vorrà dire che avranno scelto loro la strada che noi dobbiamo intraprendere. Vorrà dire che hanno deciso che noi dobbiamo andare da soli», ha detto la ministra, che sta seguendo un percorso di riforme che su richiesta esplicita del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, coinvolge tutti i partiti, inclusi quelli attualmente all’opposizione. Un coinvolgimento dettato dalla speranza di raggiungere un’intesa condivisa da tutti: «Noi non vorremo» una riforma costituzionale non condivisa con il Partito democratico e dal Movimento 5 stelle, ha assicurato Casellati, tracciando poi un bilancio sulle opzioni sul tavolo: si va «verso un rafforzamento del premier», ha detto. Scartata, dunque, l’elezione diretta del presidente della Repubblica, un «opzione messa da parte». La ministra non ha risparmiato una frecciatina al M5s per sottolinearne l’incoerenza: «Mi meraviglia» che «sul premierato sia contrario all’elezione diretta visto che per tutte le questioni si rivolgono al popolo per chiedere un parere», ha aggiunto. «Noi le porte le abbiamo spalancate, se le opposizioni tireranno muri pregiudiziali vorrà dire che loro hanno scelto la strada che noi dobbiamo intraprendere e andremo da soli», ha concluso Casellati. Manca ancora una bozza della riforma costituzionale. Arriverà a stretto giro, ha assicurato la ministra: sarà pronta «entro giugno luglio». I lavori sulla riforma costituzionale sono iniziati qualche settimana fa, con un primo giro di faccia-a-faccia tra i rappresentanti dei partiti e i vertici del governo, incluso il premier. Confronti che, si è ipotizzato, potrebbero proseguire con l’istituzione di una commissione bicamerale. Una soluzione che non ha convinto la ministra Casellati: «Non sono contraria di per sé alla bicamerale o a Marcello Pera che è persona di grande levatura. Non si tratta della persona ma di scegliere lo strumento migliore, che secondo me è l’articolo 138 previsto dai Costituenti, con il Parlamento luogo naturale del dibattito».