Usa: «Non sappiamo cosa è accaduto»

All’indomani dell’esplosione alla diga di Kakhovka, nel Kherson, che ne ha causato la distruzione, si contano i danni e si cerca di mettere in salvo quante persone più possibili (sono circa 42 mila quelle che andranno evacuate, secondo le autorità ucraine). Nelle ultime ore, l’acqua ha inondato anche la regione meridionale di Mykolaiv. Sullo sfondo prosegue lo scambio di accuse tra Kiev e Mosca sulla paternità dell’azione. Che gli Stati Uniti non sanno ancora a chi attribuire, al momento: «Stiamo cercando di ottenere più informazioni: non possiamo dire in via definitiva cosa è accaduto alla diga», ha detto il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby. «Non possiamo dire in via definitiva cosa è accaduto a questo punto. Quello che possiamo dire è che i danni alla popolazione ucraina e all’area saranno significativi», ha quindi aggiunto Kirby. Nel frattempo, proseguono gli scontri sul terreno, con Bakhmut che «rimane l’epicentro delle ostilità», secondo il vice ministro della Difesa ucraino. A breve potrebbero arrivare delle novità, che potrebbero cambiare gli equilibri nel conflitto: il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato di aver ricevuto «un’offerta seria» di caccia da combattimento F-16 dai leader dei Paesi occidentali. «I nostri partner sanno di quanti velivoli abbiamo bisogno. Sono molto contento delle informazioni che ho ricevuto da alcuni paesi. È stata un’offerta seria e potente», ha detto Zelensky, secondo una nota riportata sul sito della presidenza ucraina.