Il disegno di legge Calderoni sull’autonomia differenziata è in linea con il contenuto del Titolo V, che però presenta, come già osservato nel lontano 2001, delle criticità proprio sul versante della individuazione delle materie a legislazione concorrente. Serve quindi un puntuale confronto

Non è possibile essere pregiudizialmente contrari all’autonomia differenziata, perché, paradossalmente, si dovrebbe essere contrari al contenuto del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, che prevede appunto la possibilità che alle Regioni siano accordate ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia sulle materie a legislazione concorrente. Naturalmente, non sfugge a nessuno la complessità del processo, anche alla luce delle condizioni economiche e sociali del Paese, caratterizzato, come noto, da una forte sperequazione territoriale che impatta negativamente sulla stessa garanzia del rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni. Il quadro generale, peraltro, risente pure, nel momento in cui si procede a dare attuazione al terzo comma dell’articolo 116, di un vizio per così dire originale che rimanda alla riforma del Titolo V della Costituzione, avvenuta allora senza un puntuale ed approfondito confronto, sia in sede parlamentare che con i corpi intermedi. In questo senso, la nostra Organizzazione, già in occasione della legge costituzionale del 2001, aveva osservato con preoccupazione l’ipotesi, prevista al terzo comma dell’articolo 117, di estendere l’autonomia differenziata a materie quali la tutela e la sicurezza del lavoro, l’istruzione, le professioni, la tutela della salute, la previdenza complementare e integrativa. A maggior tutela dell’unità della Nazione e per valorizzare la solidarietà attiva fra le diverse aree territoriali del Paese è fondamentale prevedere un luogo di confronto fra le Istituzioni e i corpi intermedi, per ridurre il rischio che dall’autonomia differenziata possano derivare pregiudizi alla qualità e alla quantità dei servizi ai cittadini e alla stessa tenuta dei conti pubblici.

di Francesco Paolo CaponeSegretario Generale Ugl