L’Ue, l’Italia e la partita degli imballaggi. Il problema, «l’approccio di fondo, che sposta l’attenzione dal riciclo al riuso»

Sembra un problema secondario, ma non lo è ed è qualcosa di “già visto”. A lanciare l’allarme sulla direttiva Ue Imballaggi è il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, durante il dibattito in Consiglio Ue circa l’impatto sul settore agroalimentare della proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti da imballaggio. Lollobrigida è tornato a criticare il regolamento, in fase di esame dai colegislatori Ue. L’Italia non condivide «l’approccio di fondo, che sposta l’attenzione dal riciclo al riuso, senza tenere conto della realtà produttiva e commerciale» degli Stati membri». Il nostro Paese, ha sottolineato Lollobrigida, è «una eccellenza a livello europeo» avendo raggiunto con 9 anni di anticipo i target di riciclo». «Lo stesso Pnrr contiene investimenti per 2,1 miliardi per migliorare la capacità di gestione e di raccolta e di riciclo e per l’ammodernamento degli impianti. Appare incoerente che la Commissione abbia approvato questi investimenti e adesso voglia imporre un cambio di rotta repentino privilegiando il riuso». La riduzione dei rifiuti da imballaggio è un «obiettivo condivisibile, ma va assicurata la flessibilità in relazione agli strumenti per raggiungerlo e agli sforzi compiuti da Paesi» come l’Italia, «modello di eccellenza nella gestione» di questo tipo di rifiuti. Quindi l’Italia voterà contro la direttiva imballaggi? «L’Italia riflette su quello che dovrà emergere. È una direttiva con obiettivi condivisibili, ma degli strumenti che non ci convincono affatto, e lo abbiamo detto con chiarezza. L’Italia è una nazione virtuosa, che ha fatto del riciclo un elemento che ha anticipato gli obiettivi temporali che l’Europa si era posta».