di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

I fatti recentemente accaduti ad Abbiategrasso, dove uno studente di 16 anni ha aggredito una professoressa con un coltello e minacciato i propri compagni con una pistola giocattolo, lasciano esterrefatti, ma devono anche farci riflettere. Nel nostro Paese episodi come questo sono fortunatamente eccezionali e la situazione italiana non è affatto paragonabile a quella di altre nazioni, dove avvengono frequentemente aggressioni anche armate nelle scuole, si pensi agli Stati Uniti. È anche vero, però, che, ascoltando i segnali che giungono da studenti, famiglie ed insegnanti, possiamo notare anche nel nostro Paese un aumento del disagio giovanile, del bullismo fra ragazzi, ma anche delle intimidazioni verso gli stessi docenti, della violenza, contro gli altri e contro se stessi. Per fare in modo di non trovarci nella stessa situazione in cui si trovano altri Stati esposti più del nostro, finora, a questo tipo di problematiche, è necessario agire in tempo utile, per cercare di prevenire ogni possibile tragedia ed evitare che la situazione sfugga di mano. Sulla questione è intervenuto il ministro Valditara, facendo notare un peggioramento della situazione nel dopo-pandemia: «L’esperienza del Covid ha contribuito a incrinare quella relazione interpersonale che è fondamentale nello sviluppo educativo. Si registrano dati allarmanti di minacce e persino percosse ai docenti. Gli uffici scolastici regionali ci hanno comunicato che dall’inizio dell’anno scolastico ci sono stati circa cinque casi al mese. Dove vi è stata richiesta, abbiamo già provveduto a disporre la difesa legale da parte dell’avvocatura dello Stato». Secondo il ministro potrebbe essere utile ripristinare il sostegno psicologico ed anche psichiatrico a disposizione delle scuole, riprendendo una misura che era stata introdotta durante il periodo Covid per affrontare i disagi connessi all’isolamento forzato. Un provvedimento che era, allora, emergenziale e che poi non è stato rinnovato e che, invece, andrebbe ripristinato e reso strutturale. Sicuramente una proposta interessante, per aiutare i ragazzi ed anche gli insegnanti, che in questo modo potrebbero contare su un supporto professionale utile ad affrontare molte situazioni difficili. Da un lato l’ascolto, quindi. Dall’altro lato sarebbe anche opportuna, però, una maggiore disciplina, se è vero che è giunto il momento di un cambio culturale per riequilibrare gli eccessi ideologici del recente passato. Una scuola che aiuti chi va aiutato, senz’altro e a beneficio di tutti, ma che riporti anche finalmente in auge il concetto di premiazione dei meritevoli, nelle materie scolastiche e nella “condotta”, e sanzioni adeguatamente chi non dimostra impegno e rispetto, già da prima che la situazione degeneri. Perché anche questo significa aiutare i ragazzi, dando loro punti di riferimento solidi in un mondo fin troppo “liquido”.