Dopo la sconfitta del Psoe alle amministrative di ieri

Quello che in un primo momento era stato indicato come un test importante in vista delle elezioni nazionali inizialmente in programma a dicembre si è alla fine rivelato un vero e proprio terremoto politico. Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha infatti sciolto il Parlamento e ha convocato le elezioni anticipate il 23 luglio a seguito della pesante sconfitta dei socialisti alle amministrative di ieri. Un messaggio forte e chiaro, quello che è arrivato dalle urne in Spagna, anche in ottica europee del 2024, dopo peraltro il risultato altrettanto deciso arrivato dalla Grecia alcuni giorni fa. «Anche se il voto di ieri aveva una portata locale, trasmette un messaggio che va oltre», ha osservato Sanchez annunciando lo scioglimento del Parlamento. Il Psoe ha perso città importanti come Siviglia e Valencia e poi nella maggior parte delle Comunità autonome chiamate al voto. I conservatori del PP, che hanno conquistato la maggioranza assoluta a Madrid, ottengono ampi consensi (oltre sette milioni di voti contro i 6,3 dei socialisti) e in molti casi fondamentale è stato il contributo della destra di Vox. A questo scenario si aggiunga inoltre la débâcle di Podemos, con la forza di sinistra che ha visto ridursi di molto la sua presenza in molti dei municipi in cui si è votato. La mossa di Sanchez di ricorrere al voto anticipato potrebbe essere volta a chiarire alleanze e strategie nella sinistra anche in vista di un eventuale accordo elettorale tra il Partito popolare del leader Alberto Núñez Feijóo e Vox. Da parte sua il leader di Vox, Santiago Abascal, ha commentato le elezioni anticipazioni come «l’unica notizia positiva che Pedro Sánchez ha dato in quattro anni».