di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

In attesa dei risultati dei ballottaggi che hanno interessato vari comuni italiani, è arrivato l’esito delle amministrative spagnole, un esito talmente dirompente da aver già provocato scossoni a livello non solo locale, ma anche nazionale. L’appuntamento era importante, con i cittadini chiamati ad eleggere i nuovi amministratori di quasi tutti i comuni spagnoli e di 12 comunità autonome su 17, ovvero l’equivalente delle nostre regioni, ma con poteri e competenze molto maggiori. Un voto sentito dalla popolazione e, infatti, caratterizzato da un’affluenza in crescita, nonostante il maltempo abbattutosi su diverse aree del Paese. E il risultato è stato quello di una sconfitta tanto schiacciante quanto inaspettata per il premier socialista Pedro Sanchez da convincerlo a sciogliere il Parlamento e convocare anticipatamente le elezioni politiche, che erano previste per l’autunno e che, invece, ora si terranno il 23 luglio. La Spagna, in sostanza, è stata travolta da un vero e proprio tsunami di destra, secondo un’espressione utilizzata da diversi politici e commentatori. Il partito socialista di Sanchez, il Psoe, ha, infatti, perso sei dei nove governi regionali che guidava – Aragona, Baleari, Canarie, Estremadura, La Rioja e Valencia – e 15 dei 22 capoluoghi di provincia. Una disfatta in territori e città molto importanti, dal punto di vista concreto ed anche simbolico, Valencia e Siviglia ad esempio, mentre la destra si è affermata o ha mantenuto comunità e capoluoghi decisivi, come la capitale Madrid. Una sonora sconfitta anche per il sindaco di sinistra Ada Colau, icona dei progressisti, anche italiani, che dovrà cedere il testimone della guida di Barcellona all’ex primo cittadino, l’indipendentista conservatore Xavier Trias. In calo anche i movimenti Podemos, di sinistra, e Ciudadanos, di ispirazione liberale. A vincere e stravincere la destra, rappresentata in Spagna rispettivamente dal Partito Popolare, il contenitore moderato tradizionalmente antagonista del Psoe, primo vincitore di questa tornata elettorale, e dalla formazione identitaria Vox, in grande ascesa ed in molti casi determinante per assicurare il governo di città e regioni ai Popolari stessi. Una situazione, con le dovute peculiarità di ogni Stato ed in attesa di vedere cosa accadrà alle elezioni politiche di luglio, che sembra ricalcare quanto accaduto recentemente in varie altre nazioni europee, Italia compresa, con la crescita inarrestabile della destra, segno di un sentimento diffuso in tutto il Vecchio Continente, alla ricerca di un cambiamento politico profondo rispetto agli anni recenti, un cambiamento in senso conservatore ricercato e voluto da un numero sempre maggiore di cittadini europei, destinato a modificare la gestione degli affari interni degli Stati, ma anche gli equilibri internazionali ed europei.