Germania in recessione tecnica. Complice l’alta inflazione e anche la riduzione degli incentivi sui veicoli elettrici

La locomotiva d’Europa, la Germania, si ferma, andando peggio delle attese. Come ha spiegato l’ufficio di statistica Destatis, l’alta inflazione continua a deprimere i consumi, costringendo l’ufficio di statistica a rivedere al ribasso la stima del pil trimestrale (-0,3%), visto che i consumi delle famiglie sono scesi nei primi tre mesi dell’1,2%. Le spese maggiormente implicate nel calo sono il cibo, l’abbigliamento e le nuove automobili, settore che sconta anche la riduzione degli incentivi per i veicoli elettrici. Risultato: il Pil della Germania nel primo trimestre dell’anno, -0,3%, è inferiore rispetto alle previsioni che erano comprese tra un calo dello 0,1% o un risultato invariato. Il dato della Germania si confronta con le variazioni positive negli altri Paesi europei. Come l’Italia, ad esempio, tanto che oggi il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha commentato: «L’Italia cresce più di ogni altro attore globale. Siamo cresciuti più noi della media UE, dei Paesi del G7, dei Paesi Ocse, di Usa, Giappone, Germania o Francia. Questo dà fiducia al nostro sistema produttivo».
Uno Stato entra tecnicamente in recessione, quando si verificano due trimestri consecutivi di contrazione. Rispetto al primo trimestre del 2022 la contrazione è stata dello 0,5% rispetto al +0,8%.
“Ciliegina sulla torta”, il rapporto della GfK sul clima di fiducia fra i consumatori tedeschi: in giugno ha segnato -24,2 punti rispetto a una stima di -24. Anche se l’indice continua una ripresa iniziata a novembre, «il sentimento dei consumatori non mostra attualmente una chiara tendenza al rialzo», motivo per cui la ripresa di fiducia «ha nuovamente rallentato».