La devastazione su una produzione agricola di altissimo valore

In attesa del Consiglio dei Ministri di domani e delle «risposte immediate» su cui si è impegnata il premier, Giorgia Meloni, al termine della giornata trascorsa tra agli alluvionati in Emilia-Romagna e poi in prefettura a Ravenna, una primissima conta dei danni. Da un monitoraggio di Coldiretti sugli effetti del maltempo in agricoltura, emergono i contorni dei danni inferti su oltre 5mila aziende agricole e allevamenti in una delle aree più agricole del Paese, che rappresentano una produzione lorda vendibile della Romagna pari a circa 1,5 miliardi di euro all’anno. Compromessa anche la filiera di un indotto di avanguardia, privato e cooperativo, nella trasformazione e distribuzione alimentare. Recuperare i danni, non sarà facile: per evitare che le radici degli alberi arrivino a marcire, bisognerà «espiantare e poi reimpiantare quasi 15 milioni di piante tra pesche, nettarine, kiwi, albicocche, pere, susine, mele, kaki e ciliegi». C’è allarme anche per gli animali e, in particolare, per polli, galline da uova e tacchini presenti in circa 400 allevamenti avicoli. Preoccupazione per la produzione di mais, orzo, girasole, soia, erba medica. Molto rilevanti dal punto di vista economico sono le colture da seme per cereali, bietole, girasole, erba medica ed ortaggi con migliaia di ettari coltivati «completamente coperti dal fango». «Sott’acqua anche ulivi e vigne che sono stati travolti dalle frane nelle aree collinari». «Serve garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire al più presto», è l’appello di Coldiretti.