di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

Non manca poi molto all’appuntamento elettorale delle europee. Ora sono uscite anche le date, appena confermate dal Consiglio Ue: le consultazioni si svolgeranno dal 6 al 9 giugno 2024, fra un anno. Rispetto all’ultima tornata elettorale, quella del 2019, che ha dato origine alla cosiddetta “maggioranza Ursula”, con un’alleanza fra centro e sinistra, le cose sono cambiate. Sul continente continua a soffiare un vento conservatore, che già era presente allora, ma che adesso è cresciuto, con la sempre più diffusa affermazione di partiti e coalizioni di centrodestra. Un vento conservatore che, però, se venisse confermato anche nell’elezione dei futuri parlamentari europei e nella designazione dei membri della nuova Commissione Ue, sarebbe in realtà tanto tradizionalista nella visione quanto rivoluzionario nell’azione, dato che cambierebbe diametralmente l’impostazione politica dei vertici dell’Unione europea, con una vera e propria inversione ad U rispetto alla tendenza dominante negli ultimi anni. Ieri, a testimonianza della forza delle istanze conservatrici, in Grecia c’è stata un’altra vittoria schiacciante alle urne, quella del partito di Kyriakos Mitsotakis, Nuova Democrazia, appartenente alla famiglia politica del Popolari europei, che ha doppiato con circa il 40% delle preferenze il suo principale antagonista di sinistra, Alexis Tsipras, fermo al 20%. Una formula riconfermata dagli elettori dopo i risultati positivi ottenuti dal suo governo uscente in termini economico-sociali, con una diminuzione della disoccupazione e dell’inflazione, una ripresa del turismo e della crescita economica. Una vittoria che, però, si sta scontrando con l’attuale sistema elettorale ellenico, che impone per poter governare il raggiungimento della soglia del 45% delle preferenze per avere la maggioranza assoluta in Parlamento. Una soglia troppo alta, sia per la ND guidata da Mitsotakis, non intenzionato a formare un governo di coalizione con altre forze politiche, che per l’intera opposizione di sinistra. E, allora, forse, a breve ci saranno cambiamenti nella legge elettorale greca e poi nuove consultazioni con l’obiettivo di una maggiore governabilità. Al di là delle questioni interne greche, interessante notare il consolidamento del centrodestra in Europa, con affermazioni sempre più diffuse in ogni parte del Continente. Un centrodestra diviso in tante aree, da quella liberale, a quella popolare, a quella identitaria. Ma che viene premiato dalle popolazioni europee, che chiedono, con tutta evidenza, una svolta a destra nelle politiche nazionali e comunitarie. Una richiesta che è auspicabile venga accolta anche da Bruxelles se, come prevedibile, le prossime elezioni confermeranno questa tendenza. Con istituzioni più tarate sulla volontà popolare e meno sulle alchimie di palazzo, anche per rafforzare il sentimento europeista della cittadinanza.