La procedura per l’Assegno di inclusione parte con una richiesta presentata all’Inps in modalità telematica con iscrizione del richiedente presso il Sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl) e la contestuale sottoscrizione del patto di attivazione digitale. La verifica della documentazione allegata spetta dell’Inps, che opera tramite accesso alle diverse banche dati, comprese quelle degli enti locali, per i controlli da effettuare. Se tutto a posto, la prima erogazione avviene il mese successivo alla sottoscrizione del patto di attivazione digitale. Contestualmente, l’Inps invia al servizio sociale del comune di residenza i dati del nucleo familiare; il servizio sociale del comune, entro 120 giorni, incontra il nucleo familiare, con verifiche di 90 giorni in 90 giorni. Il beneficiario può rivolgersi anche ad un patronato. La mancata presentazione all’appuntamento iniziale o a quelli successivi comporta la sospensione dal beneficio economico. L’appuntamento serve ai servizi sociali per effettuare una valutazione multidimensionale per la sottoscrizione del patto di inclusione. Le persone attivabili nel nucleo familiare, vale a dire tutti i maggiorenni, non occupati, non frequentanti un corso di studio e senza carichi di cura, sono avviati ai centri per l’impiego per il patto di servizio personalizzato di inclusione sociale o lavorativa, nei 60 giorni successivi, con periodico aggiornamento ogni 90 giorni. Per gli attivabili, il patto può prevedere l’adesione al programma Gol. Concretamente, il beneficio è erogato tramite la Carta di inclusione, dalla quale è possibile prelevare in contanti fino a 100 euro per componente; è ammesso un bonifico verso il locatore. La Carta di inclusione è consegnata al richiedente dopo sette giorni dal patto di attivazione digitale. Il Sistema informativo cui si accenna sopra è istituito presso il Ministero del lavoro ed è realizzato dall’Inps; al suo interno vi è la piattaforma digitale con i servizi dedicati ai beneficiari.