Il Reddito di cittadinanza, per come lo abbiamo conosciuto dal gennaio del 2019, è destinato ad andare in soffitta con l’introduzione di un doppio percorso, il primo dei quali si chiamerà Assegno di inclusione. Con decorrenza 1° gennaio 2024, è istituito l’Assegno di inclusione. Si tratta di una misura di sostegno economico e di inclusione sociale e professionale, condizionata alla prova dei mezzi e all’adesione ad un percorso personalizzato. La richiesta arriva da un componente del nucleo familiare, all’interno del quale sono presenti persone con disabilità o minori o maggiori di 60 anni di età. In altri termini, un singolo o una coppia che non si trovano in nessuna delle condizioni indicate, ma che non lavorano, possono accedere all’altro strumento, vale a dire al Supporto per la formazione e il lavoro, sempre contenuto nel decreto-legge 48/2023. Per effetto di questa prima condizionalità la platea dei beneficiari della misura di sostegno al reddito è destinata a ridursi anche se è difficile capire di quanto. Occorre infatti considerare che già adesso si è passati da circa 3,6 milioni a meno di 2,5 milioni, in quanto nel frattempo in molti hanno trovato una occupazione. Una tendenza in calo che dovrebbe scendere velocemente sotto la soglia dei due milioni, per poi asciugarsi ulteriormente quando entreranno a regime l’Assegno di inclusione e il Supporto per la formazione e il lavoro. Rispetto alla fotografia attuale, sono circa 400mila i singoli che uscirebbero dal beneficio economico.