L’incognita maltempo potrebbe, però, incidere negativamente su turismo e agricoltura

La vera incognita, a questo punto, è quella di capire quanto gli eventi atmosferici avversi di questi giorni potranno incidere sull’occupazione in un’area che si apprestava ad assumere un consistente contingente di lavoratori stagionali nel turismo e nell’agricoltura. Proprio questi due settori hanno favorito la crescita netta degli occupati che si è registrata fra marzo e aprile. I posti di lavoro creati, secondo il rapporto che incrocia le diverse banche dati a disposizione, dall’Inps all’Istat, passando per Anpal e Ministero del lavoro, considerando pure gennaio e febbraio, sono stati circa 200mila con un saldo attivo, togliendo quindi le cessazioni, di 100mila unità. Il dato non considera, peraltro, il lavoro agricolo. Un aspetto molto interessante è che il 70% dei nuovi occupati è a tempo indeterminato, anche se nel frattempo si è pure registrato un aumento dei contratti a tempo determinato, passati dai 15mila di gennaio-febbraio ai circa 35mila di marzo-aprile. Tutti numeri da valutare con estrema attenzione, anche nell’ottica delle modifiche introdotte con il decreto-legge Lavoro, approvato dal Consiglio dei ministri il 1° maggio e sul quale Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno espresso valutazioni diverse. Secondo una stima dell’Ugl, il rimando alla contrattazione collettiva per l’individuazione delle causali per il contratto a termine potrebbe generare, su base annua, circa 50mila occupati in più.