I Paesi occidentali «vogliono continuare il conflitto» in Ucraina, attuando «quella che ora si chiama escalation». Così il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, citato dall’agenzia di stampa russa Tass. Se alzano il livello dello scontro, ha quindi ammonito Lavrov, devono aspettarsi «probabilmente una reazione corrispondente». Il ministro russo ha fatto riferimento in particolare alla fornitura dei missili a lunga gittata forniti dal Regno Unito a Kiev e al dibattito in corso nella Nato su un’eventuale consegna degli F-16. Un’apertura in questo senso era arrivata nei giorni scorsi proprio da Londra, che adesso può contare anche sul sostegno dei Paesi Bassi, secondo quanto ha reso noto il portavoce del primo ministro britannico, Rishi Sunak. Con gli F-16, l’Ucraina avrebbe un’arma in più, oltre ai sistemi anti-missilistici, per neutralizzare la minaccia proveniente dai cieli. In difficoltà sul terreno – a Bakhmut, ad esempio, l’esercito ucraino ha liberato almeno 20 chilometri quadrati, ha riferito il vice ministro della Difesa ucraino, Hanna Maliar –, Mosca sta puntando molto sui raid missilistici, l’ultimo dei quali è stato condotto questa notte. Ad essere colpite sono state le regioni orientali e meridionali dell’Ucraina – Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk –, inclusa la città di Mykolaiv. Almeno una persona è morta e molte altre sono rimaste ferite.