Il Cremlino esprime «dispiacere» per morte giornalista Afp

«Non pensate a questa controffensiva come l’ultima, perché non sappiamo quale sarà l’esito. Se riusciremo a liberare i nostri territori con questa controffensiva, allora alla fine diremo di sì, è stata l’ultima. Altrimenti significa che dovremo prepararci per la prossima». A dirlo è stato il ministro ucraino degli Esteri, Dmytro Kuleba, in un’intervista alla tedesca Bild. Kuleba si è espresso anche sulle parole dell’ex presidente russo Dmitry Medvedev, il quale nei giorni scorsi aveva chiesto pubblicamente l’assassinio del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky: «Medvedev dovrebbe bere meno vodka prima di andare su Telegram. Questo è tutto quello che posso dire al riguardo», aggiungendo che «se i russi potessero uccidere il presidente Zelensky, ci proverebbero sicuramente». Mentre sul terreno la guerra prosegue (le truppe ucraine hanno riferito di essere avanzate su Bakhmut nelle ultime ore), ieri è giunta la notizia della morte di un giornalista dell’Agence France-Presse, il 32enne Arman Soldin, deceduto a seguito di un bombardamento russo nell’est dell’Ucraina. Dell’accaduto ha parlato oggi anche il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, il quale ha espresso «dispiacere», aggiungendo poi che andranno chiarite le circostanze che hanno provocato la morte del reporter. L’Unesco ha reso noto che con Soldin sono 12 i giornalisti uccisi dall’inizio della guerra in Ucraina. «Condanno l’attacco che ha ucciso Arman Soldin e chiedo un’indagine per verificare le circostanze della sua morte. Rinnovo il mio appello al rispetto del diritto internazionale umanitario, compresa la risoluzione 2222 del 2015 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla protezione dei giornalisti, dei professionisti dei media e del personale associato nei conflitti armati», ha dichiarato la direttrice generale dell’Unesco, Audrey Azoulay.