Il presidente del Consiglio ha incontrato le delegazioni dei partiti di opposizione per discutere le riforme costituzionali

«Cerchiamo un dialogo ampio». Lo ha ribadito il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ricevendo oggi le delegazioni delle forze che compongono l’opposizione. Al centro degli incontri, le riforme costituzionali, che il premier ha definito «improrogabili» e «necessarie all’Italia». Una giornata intensa, con i gruppi parlamentari che si sono confrontati con il presidente del Consiglio – presenti anche i vice premier Matteo Salvini e Antonio Tajani, i ministri Maria Alberti Casellati e Luca Ciriani, i sottosegretari alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari ed il costituzionalista Francesco Saverio Marini –, alla Camera. Uno step ritenuto fondamentale da Palazzo Chigi, vista la portata delle riforme. Tre sono le strade possibili, secondo il premier: il presidenzialismo con l’elezione diretta del presidente della Repubblica, che è anche capo del governo, il semipresidenzialismo sul modello francese, che prevede l’elezione diretta del presidente della Repubblica al quale spetta la nomina del primo ministro, e infine l’opzione dell’elezione diretta del presidente del Consiglio che in questo caso mantiene in capo al Parlamento l’elezione del presidente della Repubblica, che mantiene il suo ruolo di personalità super-partes e di contrappeso. «Cerco convergenze, bene se si arriva a scelte condivise, ma ho degli obiettivi da raggiungere», ha precisato Meloni, per poi avvertire le opposizioni che non accetterà «atteggiamenti aventiniani o dilatori». La disponibilità del premier al dialogo è stata evidenziata anche dal leader di Azione, Carlo Calenda, che ha guidato la delegazione del Terzo Polo: «Mi pare che il governo sia disponibile a raccogliere le idee». «Siamo disponibili ad un dialogo in una commissione parlamentare costituita ad hoc», ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, al termine dell’incontro, durante il quale ha ribadito il no al presidenzialismo e al premierato: il M5s preferirebbe continuare con un modello parlamentare. Il Terzo polo è invece favorevole al rafforzamento dei poteri del presidente del Consiglio – «Abbiamo proposto il sindaco d’Italia», ha riferito Calenda –, sostenendo che la politicizzazione del presidente della Repubblica «sarebbe un grave errore» e indicando nel superamento del bicameralismo perfetto la soluzione preferita dal Terzo polo. Mentre esce la Meta Serale è attesa la delegazione del Partito democratico, che ieri durante la segreteria ha ribadito che il dibattito sulle riforme non deve diventare il modo per distrarsi dalle priorità (lavoro, sanità e Pnrr).