Ma Kiev non crede a Prigozhin: «Nasconde i fallimenti»

In un video pubblicato su Telegram il capo del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, denuncia la carenza di munizioni di cui soffrirebbe la sua milizia, accusando perciò i vertici militari russi della morte di molti suoi mercenari durante la guerra. Di per sé il video non è sufficiente per stabilire il grado di difficoltà che le forze russe stanno avendo sul terreno, ma Prigozhin, in questo senso, va anche oltre, annunciando che il 10 maggio, un giorno dopo l’anniversario della vittoria sul nazismo, la Wagner si ritirerà da Bakhmut, cedendo le sue posizioni all’esercito russo. «Shoigu, Gerasimov, dove sono le munizioni?», afferma Prigozhin, chiamando in causa direttamente il ministro della Difesa russo e il capo delle forze armate russe. Per poi aggiungere: «Il sangue è ancora fresco. Sono venuti qui come volontari e stanno morendo, così potete star seduti come gatti grassi nei vostri uffici di lusso». Tuttavia l’Ucraina non crede alla versione di Prigozhin. Il portavoce dell’intelligence militare di Kiev, infatti, sostiene, citato dai media locali, che «Prigozhin non ritirerà i wagneriani da Bakhmut». «Queste dichiarazioni – ha spiegato Chernyak – sono state fatte da Prigozhin in considerazione del fatto che non può mantenere la promessa di catturare Bakhmut prima del 9 maggio. Ecco perché ora sta cercando di dare la colpa a qualcuno, perché si è reso conto di non poter più mantenere la parola data». Secondo Chernyak, il gruppo Wagner ha in effetti problemi di approvvigionamento di munizioni, «ma non importa quanto gli venga dato, non sarà sufficiente per loro. Cioè, più gliene vengono date, più ne hanno bisogno e più ne vogliono ricevere». «Le parole di Prigozhin – ha dunque concluso – non rivelano fame di granate, ma l’intenzione di declinare la responsabilità per i fallimenti».