Dalla Francia un attacco al premier Meloni («È incapace a gestire i flussi migratori») che ha provocato una reazione immediata del governo italiano: Tajani annulla l’incontro con Colonna

Scontro sui migranti tra Roma e Parigi. Andiamo con ordine, però. In mattinata alcune dichiarazioni del ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, hanno aperto il caso, proseguito poi con la decisione del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, di annullare l’incontro con l’omologo francese, Catherine Colonna, in programma proprio oggi, a Parigi. Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è «incapace di risolvere i problemi migratori» dell’Italia, un Paese alle prese con «una gravissima crisi migratoria», ha detto Darmanin, rispondendo in un’intervista a RMC ad una domanda su alcune affermazioni del Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen, attualmente all’opposizione, sulla situazione alla frontiera franco-italiana. Parole pronunciate per criticare un avversario domestico, ma che hanno avuto l’effetto immediato di scatenare una reazione da parte del governo italiano. «Non andrò a Parigi per il previsto incontro con Colonna. Le offese al governo ed all’Italia pronunciate dal ministro Darmanin sono inaccettabili», ha scritto su Twitter Tajani, osservando che «non è questo lo spirito con il quale si dovrebbero affrontare sfide europee comuni». Quello relativo ai migranti è uno dei dossier in cima all’agenda governativa e tra i temi al centro dei bilaterali che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto negli ultimi giorni con il premier britannico, Rishi Sunak, e il cancelliere austriaco, Karl Nehammer. Di flussi migratori s’è discusso anche oggi nel corso di un incontro, durato circa due ore, che il premier ha avuto a Palazzo Chigi con il maresciallo libico, Khalifa Haftar, a capo delle milizie che controllano la Cirenaica e sono in lotta con il governo libico, riconosciuto dall’Organizzazione delle Nazioni Unite. Sullo sfondo, intanto, è arrivato il via libera definitivo della Camera al Decreto Cutro, varato dal Consiglio dei ministri dopo la tragedia costata la vita a circa 100 migranti a febbraio. I voti a favore sono stati , quelli contrari (astenuti). Il testo, che ha sollevato qualche dubbio tra i partiti di opposizione, aiuterà nella gestione dei flussi migratori, la cui pressione sull’Italia è cresciuta notevolmente rispetto allo scorso anno, come confermano i dati raccolti dal ministero dell’Interno.