di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

«Si trasforma in un’opportunità ciò che poteva essere una sconfitta. Infatti, con il documento approvato il governo esercita i poteri speciali in materia di asset strategici blindando il patrimonio tecnologico, i livelli occupazionali e produttivi degli stabilimenti coinvolti dalla fusione tra Whirlpool Emea e la turca Arçelik. Non lasciamo soli i 4.638 dipendenti e le famiglie che chiedono tutela, dimostrando una volta di più quale sia la strada giusta da seguire». Dichiarazioni significative, quelle del ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, a commento di quanto stabilito dall’ultimo Consiglio dei ministri, quello del Primo Maggio, che ha ratificato, fra le tante importanti decisioni prese per il mondo del lavoro, anche il Dpcm con il quale il governo ha esercitato la golden power per le imprese strategiche autorizzando, previo rispetto di precise condizioni, la cessione da parte della multinazionale americana Whirlpool di circa il 75% delle proprie attività europee all’azienda turca Arçelik, nota in Italia soprattutto per la produzione degli elettrodomestici Beko, attività tra cui ricadono quattro stabilimenti italiani, situati in Lombardia, Toscana e Marche, che impiegano complessivamente oltre 4.600 persone. Le condizioni dettate dal governo riguardano la tutela del patrimonio tecnologico, con il divieto del trasferimento della tecnologia verso la Turchia o altri Stati, la salvaguardia della produzione e – cosa da sottolineare in modo particolare – il mantenimento dei livelli occupazionali. Una decisione importante, nell’ottica della tutela e della valorizzazione della tradizione industriale italiana assieme alla garanzia dei posti di lavoro delle migliaia di persone coinvolte, con alle spalle altrettante famiglie. Una scelta, quella dell’esercizio della golden power, caldeggiata prima e condivisa adesso dal nostro sindacato «e che avviene a meno di una settimana dal salvataggio dello stabilimento ex Whirlpool di Napoli, affidato alla Tea Tek Group Spa che metterà già al sicuro oltre 300 posti di lavoro», come ha commentato sulla vicenda Antonio Spera di Ugl Metalmeccanici. L’obiettivo, quindi, è quello di evitare quanto accaduto in altri casi, ovvero un periodo di transizione che si trasforma poi in una fase di progressivo svuotamento delle aziende ubicate in Italia, in termini di investimenti e personale, per arrivare infine, anche se gradualmente, ad una vera e propria delocalizzazione, con perdita non solo di occupazione, ma anche di know how. Un modello da contrastare e l’auspicio è che questa inversione di rotta nelle politiche industriali ottenga i risultati sperati e che, come dichiarato da vari esponenti di maggioranza, questa situazione si trasformi concretamente in un’occasione di lavoro e sviluppo stabile, anche in attesa della conclusione del procedimento antitrust europeo.