di Francesco Paolo Capone, Segretario Generale Ugl

L’Ugl in questo 2023 ha celebrato la Festa dei Lavoratori a Napoli. Finalmente in piazza dopo anni nei quali, a causa della pandemia, il sindacato aveva trovato formule alternative per questa data fondamentale, peraltro innovative e interessanti, pur di riunire la nostra comunità. Ma la piazza, il trovarsi insieme sotto le nostre bandiere, è certamente un’altra cosa e per questo ringrazio tutti coloro che sono intervenuti. Come luogo per riscoprire un Primo Maggio tradizionale abbiamo scelto Napoli, città nella quale tutto è cominciato nel 1950, quando venne fondata la Cisnal. Abbiamo dimostrato di aver adempiuto a quella promessa che ci eravamo fatti qualche anno fa a Latina, di riportare l’Ugl, malgrado tutte le difficoltà, alla credibilità, all’autorevolezza, alla forza numerica, alla visibilità che merita, sempre fiera della propria identità fondata sul sindacalismo nazionale, senza pregiudizi ideologici, ma con valori fortemente identificabili e una chiara visione della società e del mondo del lavoro. Lo slogan per tracciare la linea di questo Primo Maggio non è stato, però, rivolto al passato, ma al contrario abbiamo scelto come titolo “Viaggio nel futuro”. Perché abbiamo l’ambizione di essere un’organizzazione che guarda lontano, per questo già in occasione del 73° anno dalla fondazione della nostra sigla, lo scorso 24 marzo, abbiamo inaugurato questo motto, che riproporremo anche nel corso dei prossimi eventi, perché sintetizza la nostra predisposizione ad analizzare e dare risposte per affrontare i cambiamenti nel mondo del lavoro, ed a farlo prima degli altri. Le organizzazioni sindacali sono, per loro stessa natura, profondamente conservatrici, perché in primis tutelano i diritti acquisiti da lavoratori e pensionati. È giusto e doveroso, e in quest’ambito c’è tanto da fare, sul potere d’acquisto, sulla politica dei redditi, sul taglio del cuneo fiscale, che in parte abbiamo ottenuto. Ma noi non intendiamo fermarci solo a questo. Vogliamo conquistare nuovi diritti per nuove tipologie di lavoratori, nate con i profondi cambiamenti economici, produttivi e sociali avvenuti in questi anni e che verranno ancora, determinati dalla globalizzazione, dalla terziarizzazione, dalle tecnologie che continueranno a modificare il mondo del lavoro. Vogliamo dare anche al lavoro che cambia una giusta rappresentanza sociale, come abbiamo già fatto con i Rider o con il contratto siglato con Assoartigiani. Vogliamo anticipare il futuro, ascoltare le esigenze di questi ed altri lavoratori, costruire diritti anche per loro. Guardare alle periferie, non solo a quelle fisiche – e la scelta di Napoli e del Mezzogiorno non è casuale – ma anche a quelle ideali, dove si trovano le categorie svantaggiate, i giovani che non trovano un posto nella società e spesso decidono di emigrare, le persone che non si sentono più rappresentate, dal sindacato e dalla politica. Anche a costo di andare controcorrente, ci siamo abituati, con la capacità di guardare avanti, con il coraggio di fare delle scelte, in modo originale e nel solco dei nostri valori, per tutelare davvero il mondo del lavoro, perché a questo siamo chiamati. Sulla trincea del lavoro.