Dall’Italia un piano di ricostruzione per l’Ucraina. Occorrono circa 411 miliardi. Giorgetti: «Da Italia 100 milioni a fondo Bei»

Per la ricostruzione dell’Ucraina, secondo il governo italiano, serve un piano da 411 miliardi, ma non potrà essere finanziata tutta da fondi pubblici. E chi, tra i privati, sarà in grado di posizionarsi nella fase di “fast recovery” si troverà in vantaggio, quando la ricostruzione vera e propria sarà avviata. Questo, e non solo, il senso della conferenza bilaterale oggi a Roma tra Italia e l’Ucraina per la ricostruzione post conflitto, nella quale il nostro Paese punta ad un ruolo da protagonista sia per «dovere morale», come dichiarato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sia perché «la ricostruzione sarà il più grande motore di crescita dell’Unione Europea», come detto dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso. «Sostegno pieno dell’Italia all’Ucraina, in ogni ambito e finché sarà necessario», ha dichiarato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ricevendo al Quirinale una delegazione dell’Ucraina. A fare gli onori di casa la premier Giorgia Meloni, i vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri Giancarlo Giorgetti e Adolfo Urso. In rappresentanza di Kiev, il primo ministro Denys Shmyhal ed il titolare degli Esteri Dmytro Kuleba, tra gli altri. Quest’ultimo ha ringraziato per «l’interesse dimostrato dalle imprese italiane». Circa 600, infatti, sono le aziende presenti al Palazzo dei Congressi dell’Eur, chiamate a condividere il proprio expertise con gli interlocutori ucraini, per fornire loro le migliori soluzioni di breve, medio e lungo periodo. Secondo la vicepresidente della Bei, Gelsomina Vigliotti, presente alla conferenza, per la ricostruzione dell’Ucraina «sono necessari 14 miliardi di dollari per le priorità più urgenti», soltanto nel 2023.