C’era chi aveva previsto entro questo traguardo la fine dell’esecutivo, ma la maggioranza è solida e già si vedono i primi risultati

Il governo Meloni e la maggioranza di centrodestra non hanno concluso la loro “luna di miele” con gli italiani, di sicuro non come un certo tipo di narrazione vorrebbe, descrivendoli in caduta libera nei sondaggi. Perché scorrendo le diverse rilevazioni emerge, questo sì, un calo fisiologico rispetto a sei mesi fa quando l’esecutivo si insediò a Palazzo Chigi, ma non un crollo. Al contrario: i consensi restano piuttosto ampi, con buona pace di Carlo Calenda che, pochi giorni dopo le elezioni di settembre, aveva sentenziato: «Il governo Meloni durerà al massimo sei mesi». E se anche la stampa internazionale – ultimo in ordine di tempo il Washington Post – interpreta positivamente questo primo periodo da presidente del Consiglio di Giorgia Meloni, allora il sospetto che alcuni media di casa nostra siano talvolta in balia degli eventi o delle strumentalizzazioni nasce in modo spontaneo. A contare, però, come sempre del resto, sono i fatti. Soltanto negli ultimi giorni la Camera ha dato il via libera al decreto Pnrr e a breve è atteso l’ok definitivo, ancora a Montecitorio, del dl Cutro, dopo il sì di Palazzo Madama la scorsa settimana. Un tema, quello relativo ai flussi migratori, particolarmente stringente nell’attuale quadro emergenziale, su cui non a caso è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, durante la sua recente visita in Polonia. Questione Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. «Stiamo lavorando e non ci sono ritardi. Stiamo lavorando per rimodulare il Pnrr, e lo stiamo facendo seguendo indicazioni della Commissione che prevedono nuovo capitolo RepowerEU e di rivedere le scelte entro il 31 agosto. Noi vogliamo lavorare velocemente per trovare soluzioni», aveva già assicurato il ministro per gli Affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr, Raffaele Fitto, alla vigilia dell’approvazione del decreto alla Camera. Tutto procede secondo la tabella di marcia, eppure anche qui, non mancano resoconti pretestuosi di maggioranza litigiosa, se non addirittura divisa. C’è da considerare, poi, il momento di difficoltà, in un più largo contesto internazionale, in cui il governo è chiamato a dare risposte rapide ai cittadini. C’è da rilanciare l’economia dopo il prolungato periodo di incertezza e alta inflazione, venerdì il Cdm ha approvato il ddl concorrenza, si sta limando il decreto lavoro che sarà nei prossimi giorni in Consiglio dei ministri, si attende la conversione in legge del dl siccità e c’è da affrontare – ormai una priorità non più rinviabile – il declino demografico del paese. «In Italia abbiamo un problema di tenuta del sistema economico e sociale, non abbiamo investito sulla natalità», aveva osservato Meloni alcuni giorni fa in occasione dell’inaugurazione del Salone del Mobile di Milano.